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Come è nata la nuova Ghost MAX?

Come è nata la nuova Ghost MAX?
Freccia in giù
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Il team che ha progettato l’ultima innovativa scarpa di Brooks condivide le idee alla base del processo di realizzazione di una nuova scarpa da zero, incentrato sulla biomeccanica. 

Una scarpa non appare magicamente dal nulla: è il prodotto di una pianificazione meticolosa, della comprensione delle esigenze dei consumatori e di un design creativo. Abbiamo fatto due chiacchiere con la responsabile della linea di calzature Brittany Gleaton, il designer di calzature Jake Braghini e lo sviluppatore di calzature Josh Spratt per far luce sulla storia della nuovissima Ghost MAX.

Brooks Running (BR):  Puoi raccontarci qualcosa dei ruoli che ricopri in Brooks?

Brittany che indica i design delle scarpe su uno schermo.

Brittany: In qualità di responsabile della linea di prodotti, tra i miei compiti ci sono: il brief di prodotto, la collaborazione con i team di progettazione e sviluppo, la gestione della linea di prodotti dall’ideazione alla commercializzazione, la garanzia che il prodotto finale soddisfi le esigenze dei consumatori e che sia in linea con la visione del brand.

Jake che indica una scarpa

Jake: Il mio lavoro prevede la progettazione vera e propria della scarpa. I nostri progetti si basano sempre sulle analisi biomeccaniche eseguite attingendo al nostro ampio database di runner, nonché sul feedback del mercato e sulla visione della nostra linea di prodotti per il futuro. Ci piace pensare al nostro processo di progettazione come a un bivio. Cerchiamo sempre di bilanciare la funzionalità con l’estetica, presentando un prodotto che sia allo stesso tempo bello e funzionale.

Josh che sorride a una scarpa

Josh: In qualità di sviluppatore di calzature, lavoro a stretto contatto con i team di progettazione e ingegneria, concentrandomi su calzata, prestazioni e costi. In relazione a Ghost MAX, tra le mie responsabilità c’erano: il controllo della calzata e della sensazione generale della scarpa, la gestione degli obiettivi di costo e la collaborazione con il team per dare vita al design.

BR: Com’è stata la collaborazione nel team? E il processo decisionale?

Brittany: Abbiamo lavorato fianco a fianco durante tutto il processo di sviluppo della Ghost MAX. Abbiamo condiviso intuizioni, idee e preso decisioni comuni per garantire che la scarpa soddisfacesse la nostra visione collettiva. È stato un lavoro collaborativo e progressivo, caratterizzato da uno scambio regolare di comunicazioni e feedback tra tutti i membri del team.

Josh: In termini di collaborazione, questo progetto è stato davvero speciale. Prima di iniziare, abbiamo approfondito vari aspetti. Sapevamo tutti cosa Brittany puntasse a ottenere con questa scarpa per il consumatore. A volte, prima dell’avvio di un progetto, incontriamo diversi clienti per avere un’idea di cosa vorrebbero trovare nelle scarpe e cosa apprezzano di più o di meno dei nostri prodotti. Abbiamo anche partecipato a una conferenza di podologi, il che ha contribuito alla realizzazione di questa scarpa.

I feedback dei runner, ottenuti a seguito di test e dell’utilizzo reale delle nostre scarpe, ci consentono di apportare modifiche e miglioramenti durante tutto il processo di sviluppo.

Josh Spratt Sviluppatore di calzature

BR: Come è nata l’idea di Ghost MAX e quali erano gli obiettivi principali della scarpa?

Brittany: L’idea di Ghost MAX è nata dal nostro desiderio di oltrepassare i limiti dell’ammortizzazione e fornire ai runner una scarpa in grado di offrire una corsa caratterizzata da morbidezza e reattività. Gli obiettivi principali erano creare una scarpa con un’altezza elevata dello stack (lo spessore complessivo della suola e dell'intersuola, misurato a livello del tallone e dell'avampiede), transizioni fluide e un’ammortizzazione eccellente per migliorare l’esperienza di corsa dei nostri clienti.

Progettare una scarpa

BR: Jake, puoi descrivere il tuo processo di progettazione di Ghost MAX?

Jake: Il processo è in effetti piuttosto interessante. Lo standard è eseguire otto schizzi a settimana, comprese le viste dall’alto, dal basso e del tallone. Mantenendo questo ritmo, riesco a realizzare numerosi progetti. Per Ghost MAX, abbiamo deciso insieme le diverse caratteristiche, includendo quelle che più ci piacevano.

Dopo settimane di lavoro, abbiamo presentato tre opzioni di design. Avevamo una preferenza, ma dovevamo presentare anche delle alternative. Ci piaceva una tomaia che avevo abbozzato all’inizio e un’altra idea. Brittany ha suggerito di combinare le proposte e tutti abbiamo concordato sul fatto che fosse un’ottima soluzione. Speravamo che i capi fossero d’accordo con noi, e così è stato.

BR: In che modo le ricerche nel campo della biomeccanica e i feedback dei runner hanno influenzato il processo di sviluppo di Ghost MAX?

Josh: Le ricerche nel campo della biomeccanica e i feedback dei runner hanno giocato un ruolo cruciale nello sviluppo di Ghost MAX. Facciamo sempre affidamento sui dati delle ricerche e sulle informazioni raccolte negli studi precedenti per orientare le nostre decisioni relative al design e garantire che le scarpe soddisfino le esigenze dei runner in termini di calzata, corsa e transizioni. I feedback dei runner, ottenuti a seguito di test e dell’utilizzo reale delle nostre scarpe, ci consentono di apportare modifiche e miglioramenti durante tutto il processo di sviluppo. 

BR: Che tipo di protezione offre Ghost MAX?

Brittany: Ghost MAX è un modello che garantisce un’ottima protezione grazie all’elevato spessore dello stack in mescola e alle geometrie dell’intersuola. L’elevato grado di ammortizzazione aiuta a ridurre la pressione sotto i piedi, mentre il Glideroll Rocker agevola le transizioni dal tallone alla punta. Entrambe queste caratteristiche si combinano per creare un’esperienza di corsa che per i runner può risultare più confortevole e piacevole.

BR: Josh, in qualità di sviluppatore, hai dovuto affrontare delle sfide significative durante il progetto Ghost MAX?

Ghost Max

Josh: Sì, la nuova forma della scarpa ci ha dato qualche grattacapo. Sviluppare una nuova forma significa non avere feedback o esperienze precedenti su cui fare affidamento e può richiedere diverse modifiche per ottenere la calzata e la sensazione desiderate. In più, essendo Ghost MAX una nuova scarpa ultra ammortizzata su una base unica, è stato necessario stabilire nuovi standard e geometrie per l’intersuola. Un’altra sfida impegnativa è stata riuscire a bilanciare la struttura leggera con le caratteristiche di stabilità e durata, ma le nostre decisioni si sono basate su test e feedback, e alla fine siamo riusciti a ottenere il giusto equilibrio.

BR: Ci puoi dire qualcosa a proposito della sostenibilità di Ghost MAX?

Josh: Nel nostro processo di sviluppo delle scarpe, la sostenibilità è un fattore importante. Utilizziamo materiali riciclati per la tomaia e impieghiamo un processo di tintura che richiede un minore consumo di acqua: la tintura in pasta. Inoltre, puntiamo a garantire una buona efficienza del modello e riduciamo al minimo la necessità di parti e componenti aggiuntivi, riducendo il peso, i costi e l’impatto ambientale.

Designer che lavorano a una scarpa

Lo sviluppo di Ghost MAX ha comportato un processo meticoloso e collaborativo, basato sulle analisi biomeccaniche eseguite nel nostro Run Research Lab, sulle esigenze dei consumatori e su un design creativo. Il risultato è una scarpa completamente nuova che dimostra l’impegno di Brooks verso la ricerca, l’innovazione e la performance. Un ringraziamento speciale a Brittany, Jake e Josh per aver condiviso la loro esperienza sul processo di creazione della nuovissima Ghost MAX.

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Runner che indossano Ghost Max

Ulteriori informazioni sulla nuova Ghost MAX

Ghost MAX è progettata per favorire impatti più morbidi con il terreno, a ogni passo. Questo perché all’interno è presente una gran quantità di mescola DNA LOFT v2 che favorisce impatti più morbidi con il terreno, insieme alla tecnologia GlideRoll Rocker che entra in gioco attivamente nelle transizioni dal tallone alla punta. Abbiamo modellato anche l’intersuola e la suola in modo specifico per garantire una stabilità intrinseca e una sensazione di sicurezza. Tutto contribuisce a una corsa super confortevole e fluida che impatta in misura minore sul corpo.

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